di Valeria Tron, scrittrice
Cos’è una storia? Per me è sentiero battuto che si snoda in un bosco. È il mio elemento, mi faccio viva e vibrante come ogni creatura che vi trova riparo. Ne ho fame e sete, di storie. Anelo quella salita dolcissima, quei toni a metà tra terra e incanto che la voce narrante dipinge per aria, lasciandomi tutto il tempo di ricreare la scenografia, scovarne il dettaglio, prepararmi un giaciglio, farne fascine.
Tocca abituare gli occhi alle storie, così come accade di livellarli al fitto e all’intrico di rami schiantati e foglie a piombo di un vecchio bosco a questa quota.
Una storia gli somiglia pure alla vista: da lontano si distinguono forme apparenti, non si ha la percezione della policromia o dello stupore; attraversandolo invece, si aprono ai sensi bussole immaginifiche e forme sempre nuove, svegliate dalla luce traversa.
L’inizio di una storia è farsi pure il fiato, allineare mente e respiro per contenere il viaggio.
Accade pure nel bosco, ci va qualche minuto, poi gambe e polmoni trovano armonia. Se si è impreparati, pure una storia è fatica. Bastano però queste poche accortezze a rincuorare il passante. Già, perché noi siamo passanti nelle storie. E le attraversiamo singolari, spalleggiati dalla curiosità e dalla fiducia. Affidarsi a una storia nuova e’ perdersi nell’intestino del bosco, senza altra bussola se non l’istinto a proseguire. Alla fine, la storia si apre e riconsegna pianori e campanili per riportarci a casa.
Un Festival dedicato alle storie, sono tanti paesaggi da esplorare, tanti sentieri vergini da lasciarci le orme, tante fronde da abitare e farci nido. Un Festival delle Storie, viene in mente soltanto a chi di storie si nutre per connettersi al mondo, anzi, ai mondi: quello esterno e quello interno all’uomo. Vittorio è esploratore di storie, custode e cacciatore. È una caccia gentile, la sua. Onore mio, poter essere accolta in questo paesaggio dolcissimo e lasciare una piccola orma portando la mia storia tra le altre. Non vedo l’ora: preparerò scarpe e fiato per gustarmi a pieno il viaggio. Ci vediamo nella terra fertile delle Storie, con un pugno di semi e ghiande per chi arriverà.
Grazie Vittorio! Grazie a tutti lo staff del Festival delle Storie.